Come usare l'RSI (Relative Strength Index)?

Simo Ilmari Dodero
October 3rd, 2023

In questo articolo scopriremo l’indicatore tecnico RSI (Indice di Forza Relativa) e come usarlo per individuare divergenze/convergenze con il prezzo, tendenze, aree di ipercomprato o ipervenduto, oscillazioni fallite ecc. Questa sarà una guida completa sull'uso del RSI.

In tutte le piattaforme di trading che indichiamo nella seguente tabella troverai questo indicatore che è uno dei più classici utilizzati dai trader:

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Cos’è l’indicatore RSI?

L’RSI è stato sviluppato da John Welles Wilder creatore di altri indicatori tecnici come il Parabolic SAR, l’ATR (Average True Range) e l’ADX (Average Directional movement indeX) ancor prima del completo sviluppo della tecnologia informatica, basta  pensare che ritroviamo questi indicatori nel suo libro “New Concepts in Technical Trading Systems” pubblicato nel 1978 e tuttavia moltissimi traders continuano ad usare questi indicatori, pure sistemi di trading automatici o “Expert Advisors”.

L’RSIRelative Strenght Index” o Indice di Forza Relativa misura la velocità ed il cambio dei movimenti del prezzo del titolo al quale è applicato e calcolato.

L’indice di forza relativa è un indicatore di impulso oscillatore che si muove tra i valori 0 e 100. Secondo J.W.Wilder letture al di sopra del livello 70 considerano il mercato in condizione di ipercomprato ed al di sotto di 30 come ipervenduto. Viene utilizzato anche per trovare divergenze/convergenze tra prezzo ed indicatore, oscillazioni fallite (o Failure Swing) e la tendenza del mercato. Il livello 50 viene anche considerato come supporto o resistenza. Sul RSI si possono applicare alcune teorie dell’analisi tecnica come trendline, supporti e resistenze, figure come il triangolo, il rettangolo o il testa spalle.  Senza dubbio troviamo diversi concetti interessanti scoprendo le funzionalità di questo indicatore popolarissimo tra i trader di tutto il mondo.

Dalla sua creazione senza dubbio l’RSI ha superato la prova del tempo, come gli altri indicatori menzionati visto che è utilizzato tuttora e reperibile tra gli indicatori di tutte le piattaforme di trading.

La Formula per calcolare l’RSI

RSI = 100 - ( 100 / ( 1 + RS ) )

Dove RS è il rapporto tra la media della somma delle chiusure a rialzo e la media della somma delle chiusure a ribasso, la media a N periodi

RS= (somma benefici / N ) / (somma perdite / N )

L’RSI di fatto viene configurato per difetto a 14 periodi (N=14), ovviamente è un parametro modificabile. L’indicatore RSI si basa quindi sui valori delle chiusure del prezzo, in alcune piattaforme si può anche decidere se calcolare RS(N) usando l’apertura del prezzo, i valori “Highs” o “Lows” (alti o bassi) del prezzo di ogni candela o barra presa in considerazione, il prezzo medio ed altre formule. Ma ricordiamo che il settaggio a 14 periodi è di default, modificabile a piacere, magari riducendolo intorno ai 9 periodi scendendo a time frames bassi di 5 - 15 minuti . Ovviamente per operare non ci interessa molto la formula, ma ci sembrava doveroso spiegarla.

RSI sui grafici di trading

Passiamo alla pratica su grafici di trading. Iniziamo con una delle indicazioni più utilizzate ossia l’individuazione delle zone di ipercomprato ed ipervenduto. Vedi questo interessante video su come usare l'RSI:

Ora vediamo anche degli esempi pratici, come indicatore oscillatore si dice che funziona meglio in periodi di lateralità del prezzo ma ovviamente si può applicare a sistemi tipo “Trend Follower” quindi a favore della tendenza, l’indicatore si muoverà con più forza dove c’è maggior tendenza.

Ipercomprato ed Ipervenduto con l'RSI

Eccoci con un esempio con RSI a 14 periodi e livelli 70 per ipercomprato, 50 la linea del mezzo e 30 il limite inferiore, ipervenduto. Sono parametri personalizzabili quindi se su un grafico del prezzo di un attivo non individuiamo aree estreme, possiamo provare a ridurre i periodi ed eventualmente ridurre il livello di ipercomprato ed aumentare quello di ipervenduto.

Nella prima linea verticale segnata nella cattura l’RSI è sceso al di sotto di 70 il prezzo ha continuato a muoversi in leggera lateralità, l’RSI ha provato a risalire senza esito per poi scendere effettivamente con il prezzo ma senza raggiungere l’area opposta di ipervenduto, questo è importante da ricordare, non sempre l’indicatore RSI passa da una zona di ipercomprato a ipervenduto o viceversa.

Esempio di come l'indicatore RSI individua aree di ipercomprato ed ipervenduto.

Nella seconda e terza linea verticale si che il prezzo passa da un’area di ipercomprato ad una di ipervenduto anche perché se guardiamo bene il grafico, dopo la prima discesa, il prezzo è continuato a scendere anche se con meno forza, quindi se pensiamo alla formula, la somma delle perdite e la sua media a 14 periodi ha tirato giù l’indicatore in area di ipervenduto o per lo meno l’RSI dava un valore minore di 30. Se torniamo ad osservare la prima linea verticale, il prezzo scese inizialmente con forza ma poi si è mosso quasi in lateralità così facendo l’RSI non ha raggiunto l’area di ipervenduto. Nella terza linea verticale l’RSI si trova poco sotto il livello 30 quindi in ipervenduto per poi salire velocemente col prezzo senza raggiungere l’area opposta. 

Nella quarta linea verticale l’RSI si trovava ancora poco sopra il livello 70 per poi scendere con la candela successiva e raggiungere, anche se non si vede nella cattura, il livello opposto di ipervenduto.

Ripassando a mente la formula del RS arriviamo a capire che in tendenze rialziste sarà più facile raggiungere e superare il livello 70 ed in tendenze ribassiste sarà più semplice raggiungere l’area di ipervenduto essendo RS il rapporto medio di N periodi della somma dei benefici diviso la somma delle perdite del prezzo dell’attivo.

Vediamo una cattura e capiremo meglio il perché:

in tendenza ribassista l'RSI raggiunge più facilmente l'area di ipervenduto.

Come possiamo osservare in questo downtrend l’indicatore RSI a 14 periodi raggiunge varie volte l’area di ipervenduto al di sotto del livello 30 senza raggiungere e nemmeno avvicinarsi al livello di ipercomprato a 70. Una cosa la possiamo osservare, ogni qual volta l’RSI è uscito dall’area di ipervenduto il prezzo ha creato un ritracciamento, una correzione. Più ci sono perdite consecutive nel prezzo dentro il periodo preso in questione (14) e più l’RSI si avvicina a zero e lo stesso se ci sono tante chiusure al rialzo l’RSI si avvicinerà a 100. Vediamo subito un esempio pratico di un uptrend :

in tendenza rialzista l'RSI raggiunge più facilmente l'area di ipercomprato.

Come si poteva immaginare questo è il caso opposto al downtrend, siamo in up trend, tendenza rialzista, e l’RSI con difficoltà si avvicina all’area di ipervenduto mentre che come possiamo dedurre arriva più volte su livelli superiori al 70. Anche qui, definita la tendenza possiamo interpretare i livelli di ipercomprato come segnale che ci avvisa di un imminente ritracciamento del prezzo o possibile cambio di tendenza. 

Quindi l’RSI come oscillatore funziona certamente bene per individuare aree di ipercomprato ed ipervenduto ma non è sufficiente per poter decidere da solo se possiamo entrare a mercato, sicuramente accompagnato da qualche altro indicatore,  pattern del prezzo, candele giapponesi o S/R (supporti/resistenze), potremo prendere migliori decisioni.

Divergenze e Convergenze tra l’RSI ed il Prezzo

Le divergenze (o convergenze) tra l’indicatore ed il Prezzo avvisano di un potenziale cambio nella direzione del prezzo visto che l’indicatore non conferma il movimento del prezzo.

Le divergenze più conosciute sono la divergenza positiva o rialzista e la divergenza negativa o ribassista, quindi prezzo ed indicatore differiscono nella loro direzione.

La divergenza positiva o “bullish”, rialzista, avviene quando il prezzo crea minimi relativi decrescenti, uno più basso dell’altro, mentre l’RSI crea minimi crescenti.

RSI divergenza positiva bullish rialzista.

In questo caso i segmenti (in colore rosso) usati per individuare la divergenza, convergono, per questo spesso usiamo il termine divergenza o convergenza, comunque rimane una divergenza tra prezzo ed indicatore per non far confusione.

Passiamo a degli esempi pratici :

RSI divergenza positiva rialzista bullish.

Questa cattura schermo mostra molto bene la divergenza, convergenza positiva rialzista, il prezzo crea minimi decrescenti mentre l’RSI forma minimi crescenti, poi sia l’indicatore RSI che il prezzo ripartono a rialzo.

La divergenza negativa o “bearish”, ribassista, avviene quando il prezzo crea massimi relativi crescenti ma l’indicatore RSI crea massimi decrescenti.

RSI divergenza negativa ribassista bearish.

L’immagine teorica è piuttosto chiara, passiamo agli esempi pratici.

esempio pratico divergenza negativa ribassista bearish RSI prezzo.

Anche su questa cattura schermo è ben visibile la divergenza tra prezzo e RSI che oltretutto è arrivato su livelli superiori al 70 quindi ipercomprato, sicuramente rinforza la possibilità di un giro del prezzo.

Vediamo un altro esempio pratico :

esempio pratico RSI divergenza negativa ribassista bearish.

In questa cattura rispetto la precedente possiamo notare come il prezzo ha fatto una correzione, non ha immediatamente cambiato tendenza, dopo la correzione che non ha creato nuovi massimi relativi il prezzo è sceso velocemente di fatto l’indicatore RSI ha raggiunto poi il livello di ipervenduto (la forza ribassista è nettamente superiore a quella rialzista).

Come impostare Stop Loss e Take Profit

Se per esempio si decidesse di entrare a mercato short dopo aver notato la divergenza e le "shooting stars" delle candele giapponesi (pattern reversal delle candele), lo Stop Loss si fissa sempre sopra (in caso di divergenza negativa) l’ultimo massimo relativo sommando qualche PIP o punti, nel primo esempio di divergenza negativa il prezzo è sceso ma non immediatamente e le candele hanno creato delle shadow superiori (ombre superiori), nel secondo esempio il prezzo è inizialmente sceso ma poi è risalito prima di scendere con forza, per questo motivo lo Stop Loss non va collocato al punto ma bisogna essere “generosi” per evitare che qualche shadow ci mandi l’operazione in Stop Loss.

Per quanto riguarda il Take Profit, dipende dal vostro trading system, oppure si cerca il prossimo livello di supporto o resistenza se la divergenza era positiva. Ovviamente useremo una gestione monetaria del prezzo se facciamo trading. Le divergenze negative si possono anche usare come campanello d’allarme laddove abbiamo trades o investimenti Long quindi vedremo se chiudere l’operazione, chiuderla parzialmente o semplicemente muovere lo Stop Loss in Stop Profit qualche PIP sotto il livello attuale del prezzo nel caso in cui il prezzo continui a salire. Certo a volte si creano divergenze con tre massimi relativi (o minimi relativi se la divergenza è positiva), vediamo subito un esempio :

RSI esempio divergenza negativa con 3 massimi crescenti del prezzo.

Eccoci con un esempio dove sarebbero potuti saltare molti Stop Losses, ovviamente non ci aspettiamo che alla prima divergenza si abbiano fissato sufficienti PIPs per non aver chiuso in Stop Loss al quarto massimo relativo, ma di accorgimenti se ne potevano prendere al vedere rimbalzare l’RSI sulla linea di metà ossia il livello 50 che appunto come possiamo vedere funziona anche come S/R per l’RSI, quindi spostare a Breakeven (o Risk Free) il trade, ma ciò che volevamo mostrare è come a volte si generano tre o quattro massimi e non sempre il prezzo gira e cambia tendenza ma può creare un semplice ritracciamento.

Di divergenze o convergenze ce ne sono di altri tipi, meno effettive, come quelle “esagerate” o "Exaggerated" o quelle “nascoste” o “Hidden” in Inglese, per approfondire l’argomento potete cercare il nostro articolo sulle convergenze e divergenze nel trading dove presentiamo esempi teorici e pratici.

I migliori Time Frames dove cercare divergenze/convergenze dal nostro punto di vista sono a partire da TF H4 quindi Daily e Weekly (giornaliero e settimanale) perchè siamo più vicini al trend principale. 

La divergenza per sé sola non va presa come segnale di entrata ma come supporto al nostro trading system o come abbiamo visto con l’ausilio di pattern di candele giapponesi, supporti e resistenze oppure trendlines.

Le Oscillazioni fallite del RSI

Sono chiamate in Inglese “Failure Swing” ed avvengono quando l’indicatore RSI raggiunge l’area di ipercomprato/ipervenduto, esce da quest’area e retrocede verso il livello appena perforato (70 o 30). Quindi si traccia un segmento sul livello minimo (o massimo) che l’RSI ha raggiunto appena uscito dall'area di ipercomprato/ipervenduto e se rompe questo livello si entra a mercato a favore della direzione del RSI. J.W.Wilder segnala le oscillazioni fallite come un buon campanello d’allarme di possibile giro della tendenza del prezzo. Questo processo si sviluppa osservando esclusivamente l’indicatore RSI. Vediamo subito degli esempi perchè è più facile mostrarlo che spiegarlo a parole.

RSI esempio Failure Swing Oscillazione fallita.

In questo esempio di oscillazione fallita ribassista abbiamo l’RSI che raggiunge l’area di ipercomprato (supera il livello 70) poi esce da quest’area quindi scende, torna verso il livello 70, a questo punto segniamo, usando un segmento o trendline, il minimo che ha creato l’RSI, se torna a ribasso e fa breakdown di questo livello entriamo Short. (Stop Loss sopra il massimo relativo).

Vediamo un esempio pratico di oscillazione fallita rialzista :

esempio RSI Failure Swing - oscillazione fallita rialzista.

Seguendo lo stesso procedimento logico, RSI in area di ipervenduto, esce, quindi supera il livello 30, torna, retrocede verso il livello 30, marchiamo il massimo dove ha dato il giro e se fa breakout entriamo Long.

È importante che l’RSI torni ai livelli 30 o 70 senza superarli di molto altrimenti significa che è presente ancora una certa forza rialzista o ribassista. Ora, certamente che si può cambiare il periodo del RSI da 14 a 9 per esempio o cambiare i livelli di ipervenduto/ipercomprato da 30 e 70 a 20 ed 80 l’importante è rispettare le regole.

Abbiamo commentato di entrare Long o Short ma questo non è un sistema di trading, quindi andrá adattato al proprio stile di trading, potremmo aspettare che l’RSI raggiunga il livello opposto ma se ciò non avvenisse dovremmo cercare un’altra regola per chiudere il trade prima di andare in perdita. Probabilmente cercare un livello di Supporto o Resistenza è una buona scelta. Per quanto riguarda lo Stop Loss in questo caso è buona idea fissarlo sotto il minimo relativo del grafico.

Identificare la tendenza con l’RSI

Come abbiamo appreso tanto dalla descrizione dell’indicatore come dalla sua formula, l’indicatore RSI si appresta anche a identificare o se vogliamo confermare la tendenza del prezzo asseconda il rango di prezzo nel quale fluttua. Di fatto abbiamo visto che in tendenze rialziste difficilmente raggiunge l’area contraria di ipervenduto e lo stesso in tendenze ribassiste con minor probabilità raggiungerà l’area di ipercomprato. Constance Brown nel suo libro “Technical Analysis for the Trading Professional” descrive due fasce di prezzo dentro le quali avremo un attivo con tendenza rialzista o ribassista. Quando l’RSI si muove tra i livelli 40 e 90 siamo in presenza di un Up Trend con l’area 40-50 che funziona da supporto e viceversa con l’indicatore RSI che si muove tra 60 e 10 abbiamo un Downtrend e l’area 50-60 che funzionerà da resistenza.

Nella prossima cattura abbiamo lasciato nella finestra dell’indicatore RSI i livelli 90 il 60, 50, 40 ed il 10 :

RSI per identificare tendenza attuale rialzista-sopra livello 40.

Possiamo osservare chiaramente la tendenza rialzista con una forte correzione che è riuscita a portare l’RSI al di sotto del livello 40 ma poi il trend è ripartito e l’RSI non è sceso al di sotto del livello 50 rimanendo dentro il rango 40-90, le altre volte che il prezzo ha ritracciato l’RSI si è avvicinato al livello 50. Se ripensiamo alla formula dell’RSI arriviamo a capire che quanto esposto è più che normale ma vederlo su un grafico ha un altro impatto.

Osserviamo quindi cosa accade su un grafico in downtrend :

RSI identifica tendenza ribassista trovandosi sempre sotto livello 60.

Come possiamo subito osservare l’RSI si è mantenuto durante tutto il marco di tempo preso in considerazione al di sotto del livello 60, rimanendo nell’area 10-60.

Passiamo ora a un grafico di prezzo dove possiamo osservare un cambio di tendenza e vedere come si comporta l’RSI :

esempio pratico di RSI in tendenza rialzista seguita da tendenza ribassista.

Abbiamo segnato col colore pastel rosaceo le aree commentate anteriormente 90-40 per la tendenza rialzista e 60-10 per quella ribassista.

Analisi grafica dell’RSI

Come abbiamo commentato all'inizio di questo articolo è anche possibile applicare l’analisi grafica o analisi tecnica direttamente sull'indicatore.

Vediamo ora un esempio di come abbiamo applicato una trendline sull’RSI ed allo stesso tempo abbiamo un pattern di candele giapponesi “Evening Star” anche se forse la seconda candela ha la Shadow inferiore un poco lunga, ma si potrebbe intendere anche come un “Hanging man” oltre tutto ci troviamo in area di S/R :

uso di Trendline sul RSI e pattern candlestick.

Tralasciando il pattern di candele giapponesi abbiamo poi il breakdown della trendline applicata sull'RSI come ulteriore conferma per una entrata short o per la chiusura dei profitti nel caso in cui eravamo Long. 

Abbiamo il livello 50 come possibile S/R difatti molti trader prendono posizioni Long solo se l’RSI è maggiore di 50 e viceversa per le posizioni Short.

Abbiamo i doppi minimi o massimi formati dall’RSI con divergenza del prezzo, situazioni in cui si può tracciare un triangolo sopra l’RSI e la rottura indicherà la direzione da prendere ed anche figure del tipo testa e spalle.

analisi tecnica sull'indicatore RSI figura triangolo.

In questa cattura schermo possiamo osservare, a parte una divergenza col prezzo, una formazione a triangolo dopo la quale il breakout ha indicato chiaramente la direzione del prezzo. Ovviamente siccome l’RSI è calcolato sui valori di chiusura è sempre bene aspettare la chiusura della candela e la conferma del breakout a candela chiusa e possibilmente non anticiparsi ai segnali.

Conclusioni

L’indicatore “Indice di Forza Relativa” o meglio noto con la sigla RSI è senza dubbio uno strumento tecnico che tutti i trader conosco, non tutti lo utilizzano ma senza dubbio ha superato la “prova del tempo” se pensiamo a quando venne sviluppato e che tuttora è utilizzato nei sistemi di trading manuali ed automatici come gli “Expert Advisors”. Come molti altri indicatori probabilmente è più saggio se usato insieme ad altri indicatori o comunque come visto con l’azione del prezzo, supporti, resistenze, trendline o pattern di candele giapponesi.

Il periodo di default è impostato a 14 ma essendo un valore configurabile lo si può cambiare, soprattutto se vediamo che sembra “non avere alcun effetto” derivato dal prezzo, quindi possiamo ridurre il periodo a 5 o 9 periodi se operiamo su Time Frames minori come dai 5 min. ai 15-30min. ed eventualmente provare a cambiare i livelli di ipercomprato ed ipervenduto. Quando l’RSI raggiunge livelli di ipercomprato o di ipervenduto spesso ci si aspetta un cambio di tendenza ma allo stesso tempo rappresenta una certa forza del prezzo in quella direzione infatti in alcuni casi l’indicatore rimane a lungo su quell’area prima che il prezzo decida di fare una correzione o cambiare tendenza.

A questo punto non vi rimane che mettere in pratica quanto visto con un conto Demo iniziando magari a cercare le divergenze/convergenze anche su grafici di prezzo ormai passati, come esercizio visuale per poi passare a cercare le divergenze su grafici di prezzo in tempo reale ed aprire le prime operazioni sempre in modalità Demo. Lo stesso poi con le oscillazioni fallite ed altri metodi, così probabilmente troverete come meglio utilizzare questo indicatore e su quali time frames meglio vi trovate per operare. Non ci rimane che salutarvi ed augurarvi un buon Trading!

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FAQ

Si può far trading usando solo l'RSI?

Senza dubbio bisognerebbe esser molto capaci ad interpretare il grafico del prezzo, generalmente all'indicatore RSI nel trading si abbinano altri indicatori o si utilizza in concomitanza dei pattern delle candele giapponesi oppure con l'azione del prezzo, supporti, resistenze, trendline e figure chartiste.

Posso usare l'indicatore RSI nelle criptovalute?

Certo che si. L'indicatore RSI funziona su tutti i grafici di prezzo di attivi come le valute o le criptovalute.

Funziona sempre l'RSI nel trading?

No. Ci posso essere dei falsi segnali.

Cosa significa RSI in borsa?

RSI sta per "Relative Strength Index" ossia Indice di Forza Relativa e misura la velocità ed il cambio del movimento dei prezzo.

Simo Ilmari Dodero Trader e Analista dei Mercati

LinkedIn

Esperto di analisi tecnica, price action e algoritmi quantitativi applicati al trading online sui mercati finanziari. Si è sempre interessato alla finanza, dedicando gli studi all'analisi grafica e anche all'analisi fondamentale dei mercati finanziari. Esperto nell'utilizzo di Metatrader 4 su cui ha tenuto webinar e corsi per trader principianti e intermedi.

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